Con il nome Antico Testamento si è soliti indicare la prima parte della Bibbia: il periodo che va dalla chiamata del capostipite Abramo alla venuta di Gesù Cristo.
L’espressione tende a sottolineare il rapporto tra Dio e il popolo di Israele caratterizzato da un aspetto fondamentale legato alla “Legge”, una carta di provenienza divina destinata a stipulare un patto di alleanza e di elezione, basata sulla fedeltà e obbedienza ad un unico Dio. Questo elemento richiama quindi la prima grande fase della storia della salvezza.
Introduzione all’Antico Testamento
Quando è stato scritto l’Antico Testamento?
A differenza del Nuovo Testamento, la cui stesura richiese solamente mezzo secolo (tra il 50 e il 100 d.C. circa), per l’AT ci volle almeno un millennio per completarlo tra il 1400 al 400 a.C. I primi scritti che comparvero furono il Pentateuco (1400 a.C.) e il libro di Giobbe, testi che suggeriscono un’epoca antecedente alla concessione della “Legge” al popolo ebraico.
In quale lingua?
Fatta eccezione per alcuni passi riportati in aramaico, l’AT fu originariamente scritto in ebraico, lingua antica di Canaan, idioma espressivo e ricco di idiomatismi. Parlato quotidianamente dagli Ebrei, risultava ben appropriato alla narrativa, alla poesia ispirata e a tutti gli insiemi di leggi contenuti nell’AT.
Il testo ebraico nel quale ci è stato trasmesso l’Antico Testamento, è stato restaurato e stabilizzato da eruditi ebrei con note dette masora, da cui il testo masoretico, e l’inserzione di vocali nei secoli III-IX d.C. Di grande aiuto per la ricostruzione del testo originale sono le antichissime versioni della traduzione greca detta la “LXX (Settanta)” e quella latina della “Vulgata” di San Girolamo.
Quanti sono i libri?
I 46 libri che compongono l’AT presentano una grande eterogeneità di forme, di contenuti e generi letterari, molti di essi, secondo la tradizione, sono stati trasmessi oralmente fin dalle origini e allo stesso tempo rispecchiano fedelmente la vita quotidiana del popolo d’Israele. Questi testi sono riconosciuti ispirati e sacri in quanto hanno valore di regola o norma in materia di fede.
Caratteristiche generali
La storia della salvezza è anche storia della rivelazione di Dio all’uomo. Storia e rivelazione hanno come quadro la Bibbia i cui libri offrono la Parola di Dio nel linguaggio umano e sono interpretazione dei fatti salvifici. Dio operando attraverso un’economia salvifica, si rivela in parole e azioni strettamente connessi, ed esprime i vari aspetti del suo mistero in una progressiva realizzazione storica.
Questo disegno divino evoca la primitiva storia umana, in quanto intende presentare la volontà salvifica universale abbracciando all’inizio un popolo singolo che poi si estenderà a tutta l’umanità.
Per comprendere appieno ciò che è contenuto nell’Antico Testamento, occorre analizzare alcuni aspetti:
Quadro geografico
Il progetto salvifico di Dio ha avuto come scenario il Medio Oriente. Precisamente lo spazio di terra detta Palestina, nome derivato dal popolo dei filistei che ne occuparono la costa nel XIII sec. a.C., denominata terra di Canaan; per gli Ebrei la Terra Promessa.
Posta fra il Mediterraneo e il deserto siriaco, questa zona molto fertile è attraversata dal fiume Giordano e da numerosi altri corsi d’acqua che si gettano nel Mar Morto. Situata tra due grandi civiltà come quella egiziana e sumera, la Palestina ne subirà tutti i contraccolpi e le dovute conseguenze.
Quadro storico
La storia del popolo di Israele può essere suddiviso in tre grandi periodi storici:
- Periodo degli Ebrei – dai Patriarchi e all’ingresso a Canaan dal XVII sec. a.C.
- Periodo degli Israeliti – dall’epoca dei Giudici alla scomparsa del Regno di Giuda, dal XII al VI sec. a.C.; periodo detto dei Re e dei Profeti.
- Periodo dei Giudei – dall’esilio di Babilonia alle guerre contro Roma, dal VI al II sec. d.C.
Quadro letterario
I 46 testi contenuti nell’AT sono considerati ispirati ed inseriti nel “Canone”. Con questo si intende l’elenco di quei scritti ufficialmente riconosciuti con valore di regola in materia di fede, quindi Parola di Dio. Dell’Antico Testamento esistono due Canoni o elenchi ufficiali che prendono il nome di “Palestinese” – a cui si riferiscono gli Ebrei e i Protestanti – e “Alessandrino” a cui si riferiscono i Cattolici e gli Orientali.
La formazione è avvenuta lentamente, nello spazio di circa mille anni ad opera di numerosi autori, con la collaborazione di tutto il popolo di Israele che vi ha deposto i tesori della tradizione: queste sono state tradizioni orali, scritte e redazione finale attraverso tappe fondamentali della loro storia.
Tutti i libri del Vecchio Testamento rappresentano la Parola ispirata di Dio. Non nel senso che Dio abbia suggerito o dettato il suo messaggio, ma piuttosto che la Bibbia è opera di Dio in quanto ha fatto si che l’autore sacro – secondo le proprie facoltà e possibilità – scrivesse ciò che a Dio premeva far conoscere al popolo eletto e all’umanità intera. Questi scritti descrivono la prima fase della storia salvifica che tratta di una disposizione provvisoria ma essenziale nel progetto divino, una anticipazione ad una alleanza definitiva con la venuta di Gesù.
Antico Testamento: i libri
Come anticipato, la tradizione cattolica presenta 46 libri ritenuti sacri e ispirati:
Il canone ebraico invece riconosce 39 Tanak dividendoli in tre categorie: la Legge (Torah), i Profeti (Nebi’im) e gli Scritti (Ketubim). Gli altri li rifiuta in quanto composti in greco e in tempi recenti dopo la “Riforma di Esdra”.
L’Antico Testamento nella Bibbia cristiana viene invece articolato in 4 sezioni:
Pentateuco
Il Pentateuco, termine greco con cui si indicano i cinque rotoli della Legge di Mosè – dagli Ebrei chiamati “Torah”. Parte di essi è costituita da leggi e disposizioni, rivelati appunto da Dio al profeta Mosè nel monte Sinai e nel tabernacolo. Secondo la tradizione religiosa ebraica, la Torah racchiude la narrazione fondante degli Ebrei, in cui si delinea un sistema di vita completo per colui che la osserva.
La stesura dello scritto risale tra il X e V sec. a.C.. Narra le origini del mondo e del popolo d’Israele di cui ne sono protagonisti i grandi uomini vocati da Dio come Abramo, Isacco, Giacobbe e i suoi dodici figli, Mosè e Aronne. Si raccontano i grandi eventi quali l’Esodo, cioè la liberazione dalla schiavitù dall’Egitto nel XII sec. a.C., l’alleanza al Sinai con la consegna dei dieci comandamenti e i quarant’anni di peregrinazione nel deserto fino alla morte di Mosè con l’ingresso in Terra Promessa.
Fanno parte del Pentateuco gli scritti della Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio.
Libri storici
I Libri Storici dell’AT spaziano tra un arco di tempo che va dal 1400 a.C. fino al 400 a.C. coprendo un intero millennio di storia ebraica. Questo lungo periodo si divide in tre epoche principali:
- Era Teocratica (1405-1043 a.C.);
- Era Monarchica (1043-586 a.C. ovvero del regno di Saul alla distruzione di Gerusalemme);
- Era Restauratrice (586-420 a.C)
Questi testi descrivono le vicende del popolo eletto da Dio dal suo ingresso a Canaan sotto la guida di Giosuè, la conquista del territorio con la formazione in dodici tribù, i Giudici e l’inizio della monarchia seguite dalle vicende della divisione in due Regni fino alle invasioni Assiro-Babilonesi e le deportazioni.
Fanno parte di questa grande sezione dodici libri: Giosuè, Giudici, Rut, 1-2 Libro di Samuele, 1-2 Libro dei Re, 1-2 Libro delle Cronache, Esdra, Neemia, Tobia, Giuditta, Ester, 1-2 Libro dei Maccabei.
Libri sapientali e poetici
Si presentano come scritti didattici o di etica morale. Il loro scopo infatti è insegnare la sapienza che rappresenta non solamente l’essere saggi, ma avere la conoscenza della legge e praticarla per poi essere, in virtù di ciò, capace di conformare la propria condotta di vita.
Infatti il fine primo della sapienza – filo conduttore all’interno dei libri qui contenuti – è il comprendere e il sapere. Sono presentati in forma poetica, con stile elegante e fraseggio musicale. Da qui l’identificazione con il termine Libri Poetici.
I testi inseriti in questa sezione sono: Giobbe, Salmi, Proverbi ,Qoèlet, Cantico dei Cantici, Sapienza e Siracide.
Libri profetici
L’Antico Testamento si conclude con questi ultimi diciassette scritti, disposti nel medesimo ordine in cui vengono trasmessi nella versione latina “Della Vulgata”: Isaia, Geremia,Lamentazioni, Baruc, Ezechiele, Daniele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia.
All’interno dei libri profetici si è soliti distinguere i Profeti maggiori (Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele) dai Profeti minori o Dodici profeti. Questa distinzione risale ad Agostino e non vuol significare una minore importanza dei secondi rispetto ai primi, ma si riferisce al dato materiale dell’estensione degli scritti.
L’interesse legato a questa ultima sezione dell’AT è posto dall’evidenza non tanto della figura del profeta, quanto al messaggio che porta: in effetti in un primo piano si pone la Parola di Dio, di cui il profeta è portavoce, al centro del quale vi è l’invito alla conversione del popolo che si è allontanato da Dio prima che questo incontri il suo giudizio.
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