Il primo libro del Nuovo Testamento
Il Vangelo secondo Matteo, è il primo dei tre vangeli sinottici che incontriamo all’inizio del Nuovo Testamento. Rappresenta un eccellente ponte fra le Scritture del Vecchio Testamento e le Nuove, ponendosi in piena continuità con ciò che promettono rispetto la venuta del Messia.
In Matteo è molto chiaro l’intento di presentare Gesù come il Messia promesso e lungamente atteso ma ripudiato. A tal fine, per dare più forza alle sue argomentazioni, accumula molte citazioni tratte dall’Antico Testamento. Non a caso il Vangelo inizia con la lunga genealogia di Gesù per metterne in rilievo la sua ascendenza israelitica.
L’apostolo Matteo
Chi è l’apostolo Matteo e qual è il suo percorso?
La tradizione più antica ci ha trasmesso la storia di un uomo di nome Matteo – detto anche Levi, figlio di Alfeo – che una volta conosciuto Gesù ne resta profondamente colpito dalla sua personalità e immediatamente lascia il mestiere redditizio di esattore delle tasse (all’epoca reputato poco onesto) per unirsi al gruppo dei suoi discepoli.
Nacque a Cafarnao tra il 4/2 anno a.C.. Il suo nome significa dono di Dio. Pur essendo un ebreo, viene considerato un collaborazionista del potere dominante dell’epoca: i romani.
L’autore non si presenta direttamente nell’opera ma, secondo la tradizione, fu proprio Matteo a scrivere il Vangelo in lingua ebraica, raccogliendo in ordine i fatti riguardanti Gesù e interpretandoli secondo la propria conoscenza. Purtroppo la tradizione ecclesiastica antica non aggiunge altri particolari significativi sull’autore, le informazioni su Matteo sono quindi piuttosto scarse e ridotte.
Periodo e luogo di composizione
Si può affermare che il Vangelo è stato scritto dopo quello secondo Marco, proprio perchè nel testo si trovano allusioni alla distruzione del Tempio di Gerusalemme avvenuta nell’anno 70.
Il periodo di composizione più probabile è uno o due decenni dopo la distruzione della città intorno agli anni 80/90. Lo stesso Vangelo dell’infanzia sarebbe un approfondimento ulteriore che, nel Vangelo di Marco non compare.
Il luogo d’origine e la comunità cui è destinato, è probabilmente la parte della provincia della Siria confinante con la Palestina, forse Antiochia; punto d’incontro tra il mondo pagano e le comunità cristiane provenienti dal giudaismo.
Le fonti a cui Matteo ha attinto per redigere la sua opera oltre al Vangelo di Marco, il più antico tra gli “annunzi”, e la fonte comune denominata Quelle, è stato quello di utilizzare del proprio materiale che si pensa possa consistere in brani provenienti dalla tradizione orale.
Come è strutturato il Vangelo
L’evangelista ha raccolto il vario materiale narrativo creando uno stretto rapporto fra parole e le opere di Gesù.
Ecco dunque in sintesi la struttura del Vangelo composto da cinque parti più l’introduzione e la conclusione:
- Introduzione
- La nascita del Messia (Mt 1-2)
- fatti: inizio del ministero (Mt 3-4)
parole: discorso della montagna (Mt 5-7) I parte: Mt 3-7 - fatti: i miracoli (Mt 8-9)
parole: discorso missionario (Mt 10) II parte: Mt 8-10 - fatti: l’opposizione del Messia (Mt 11-12)
parole: discorso parabolico (Mt 13) III parte: Mt 11-13 - fatti: la fondazione della chiesa di Gesù (Mt 14-17)
parole: discorso ecclesiale (Mt 18) IV parte: Mt 14-18 - fatti: lo scontro diretto con Israele (Mt 19-23)
parole: discorso escatologico (Mt 24-25) V parte: Mt 19-25
- fatti: inizio del ministero (Mt 3-4)
- Compimento: Morte e Risurrezione del Messia (Mt 26-28)
Commento e caratteristiche teologiche
Matteo compone la sua opera in modo preciso e attento, in quanto intende rivolgersi alla sua comunità attraverso un insegnamento organico e completo.
In effetti il Vangelo ha una impronta decisamente didattica volta a far conoscere, dalla sua testimonianza, cose nuove e cose antiche (Mt 13,52), sull’insegnamento di Gesù e le promesse dell’Antico Testamento.
Prima di soffermarci sulle tematiche trattate da Matteo, occorre evidenziare il suo messaggio da una visione globale:
- Il Messia viene annunciato con il nome di Emmanuele che significa Dio con noi (Mt 1,23) e l’ultima parola che Cristo risorto pronuncia corrisponde proprio alla frase: Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20). Questo fatto letterario, che gli esegeti chiamano grande inclusione matteana, è fondamentale perché rappresenta il filo conduttore dell’intero Vangelo.
- Nei racconti dell’infanzia Matteo insegna che Gesù ricapitola l’Antico Testamento attraverso la genealogia, dove mostra che la storia sacra di Israele tende al compimento con Gesù Cristo e che in lui vengono realizzate le attese dei profeti e il rinnovamento delle vicende dell’antico popolo ebraico.
- Nei cinque grandi discorsi, gli esegeti pensano ad un voluto riferimento al Pentateuco, in quanto l’intento di Matteo può sembrare orientato a presentare il Vangelo con la nuova Torah.
Vediamo adesso alcune tematiche specifiche dell’opera matteana:
I cinque lunghi discorsi di Gesù
Essi provengono dal primo scritto di Matteo, i cosiddetti lòghia: cioè discorsi o detti. Si tratta di raccolte artificiali di insegnamenti sparsi che Gesù ha pronunciato in vari momenti della sua vita terrena, che Matteo ha redatto in unità, dando loro una certa struttura logica. Tra questi Il discorso della montagna, sintesi degli insegnamenti morali riguardanti la vita cristiana, dove Gesù traccia le coordinate della Nuova Legge, spiegando cosa deve fare l’uomo per entrare nel Regno dei cieli. All’interno di questo primo discorso, Gesù pone anche la preghiera del Padre Nostro, atteggiamento confidenziale e di fiducia che ogni cristiano compie nel volersi rivolgere a Dio.
Il termine Chiesa
Introduzione del termine Chiesa, modo esplicito di Matteo per indicare la vita della nuova comunità cristiana.
Il Regno di Dio
Tema molto sviluppato, che trova il suo aspetto fondamentale nella predicazione di Gesù, sottolineandone la dimensione sociale dell’azione di Dio nel mondo e nella storia.
Il nuovo Mosè
Gesù viene presentato come il nuovo Mosè. Egli redige il suo Vangelo come ricalco della vita e dell’insegnamento di Mosè, evidenziando però di volta in volta la superiorità di Gesù su di lui, attraverso un parallelismo dove Matteo esprime il compimento e il superamento dall’Antico Testamento.
Gli accorgimenti letterari
L’autore utilizza varie tecniche di composizione del testo, allo scopo di dare un’interpretazione più accurata e completa e soprattutto didattica, fornendo delle chiavi di lettura:
Utilizzo di frasi ricorrenti
Sono circa una quindicina ma tra le più conosciute vi sono “ma io vi dico” nel discorso della montagna, e “Perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta”.
Uso di luoghi e personaggi in contrasto
L’Oriente, territorio pagano, contrapposto a Gerusalemme e Betlemme, territorio giudaico. Gerusalemme la capitale, viene confrontata a Betlemme, piccolo centro di provincia. Il re Erode, re temuto, potente e in vista, contrapposto con Gesù bambino, re, sconosciuto, nato in povertà e in un luogo nascosto.
Tecnica letteraria dell’inclusione
Al termine dell’opera Matteo riprende la frase iniziale, in modo che tutto ciò che ha esposto venga racchiuso come in una cornice. L’inclusione riguarda l’intero Vangelo con affermazioni simili: “L’Emmanuele che significa Dio con noi” (Mt 1,23) con l’ultima frase:
Io sono con voi (Mt 28,20)
Tecnica del “parallelismo”
Come dicevamo, Gesù è presentato da Matteo come nuovo Mosè. Attraverso questo parallelismo, l’evangelista esprime il compimento delle promesse messianiche che si manifestano con l’infrangere di tutte quelle tradizioni sterili legate alla legge mosaica, ma inaugurata in termini di amore verso il prossimo con la venuta di Gesù di Nazareth.