Origini del Natale: da festa pagana a cristiana - Le Preghiere

Il 25 dicembre si festeggia una delle più importanti feste dell’anno, più popolare e amate al mondo: il Natale.

Questa solennità è una ricorrenza comunemente cristiana, in cui si celebra la nascita di Gesù, riconosciuto da tutti i credenti essere il Figlio di Dio il Salatore del mondo. Tuttavia, nonostante il suo valore sacro e spirituale, si tratta di una festa molto popolare anche per coloro che non hanno credenze religiose. In molti paesi infatti questa ricorrenza si mescola anche a tradizioni folcloristiche e popolari legate all’unione familiare come il presepe, Santa Claus, l’albero addobbato, simboli di solidarietà, pace e fratellanza, che trova riscontro in diverse culture e religioni presenti nelle civiltà sia occidentali che orientali.

Proprio per l’influsso di queste usanze, il Natale ha avuto e continua ad avere più connotazioni di tipo secolare- folcloristico, assumendo una significativa rilevanza, soprattutto negli ultimi periodi, in termini economici e commerciali.

Natale da festa pagana

All’interno dell’Impero romano, lo sviluppo e la diffusione del Natale, ha acquisito un carattere importante sia culturale che storico.

Questa festa veniva celebrata in occasione del solstizio d’inverno e dei Saturnali romani e ricordava l’anniversario della nascita di Roma il 21 aprile. Festa dedicata alla nascita del sole e agli dei che lo rappresentavano “Dies Natalis Invicti”, fu ufficializzata nell’anno 274 dall’imperatore Aureliano, appunto il 25 dicembre.

La data, nel calendario romano, coincideva con il solstizio d’inverno ed era estremamente simbolica in quanto il sole, proprio in questo periodo, raggiunge a mezzogiorno l’altezza minima nel cielo, per poi tornare a crescere nei giorni seguenti dimostrandosi così “non vinto”.

Da qui la definizione Sole Invitto.

A festa Cristiana

Vediamo adesso come da tradizione idolatra si è passati ad un culto cristiano:

L’introduzione del 25 dicembre come festività propriamente cristiana sarebbe avvenuta proseguendo l’espressione di un simbolismo già conosciuto in forma pagana, nella festa del Dies Natalis Solis Invicti. Già a partire del III-IV sec., la tradizione cristiana avrebbe ripreso la festa romana, adottandola come significato di “ inagurazione, germoglio del nuovo, viaggio verso una nuova stagione, per rimarcare il dominio della luce sull’oscurità.

L’avvento

Anche se cambia il linguaggio, la modalità e la simbologia, i vari significati vengono tutti richiamati e uniti all’Avvento del Messia.

Questo simbolismo solare per indicare la venuta del Cristo, è individuabile anche all’interno delle Sacre Scritture dove nell’Antico Testamento i libri profetici si concludono con l’aspettativa di un Sol Iustitiae. Come riportato dai profeti Malachia e Isaia e nel Cantico di Zaccaria, ma ribadito nel Nuovo Testamento soprattutto nel celebre Prologo dell’Evangelista Giovanni quando accosta ripetutamente Gesù come “Luce del mondo” (1,4-9); “La luce è venuta nel mondo…” (8,12) e “Cristo luce del mondo” (12,35-36).

La risurrezione

Una seconda metafora è legata alla Risurrezione di Cristo collegata al sole, che ogni mattina sorge dopo le tenebre della notte.

Per questo motivo i primi cristiani erano soliti pregare in direzione del sole nascente. Più in generale possiamo affermare l’identificazione a Cristo all’aspetto sole anche nelle arti figurative, dove viene raffigurato spesso sotto forma di un sole fiammeggiante con lo Spirito Santo che emana raggi luminosi o nel capolavoro del Bernini che usa, per riprodurre Gesù, straordinari effetti luminosi.

L’editto di Milano e il primo festeggiamento

E’ con l’editto di Milano nel 313 che l’imperatore Costantino, inizialmente cultore del dio Sole, nel 330 decretò per la prima volta il festeggiamento cristiano della Natività di Gesù facendola coincidere con il Sol Invictus, successivamente nel 337 Papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa cristiana.

Questa celebrazione fu naturalmente fortemente sentita dopo l’Editto di Tessalonica del 380, quando l’imperatore Teodorico introdusse all’interno di tutto l’Impero la religione cristiana quale unica religione di stato, ribadendo i concetti dottrinali espressi dal Concilio di Nicea nel 325 ed eliminando di fatto qualsiasi altra forma di altro culto.

L’imperatore Giustiniano nel 536, facendo chiudere l’ultimo tempio in onore di Iside, diede il definitivo via libera all’affermazione del Natale cristiano in tutto l’Impero Romano.

Riscoprendo il vero significato del Natale

Grandi personaggi della Chiesa hanno lasciato testimonianze attraverso i loro pensieri. Profonde riflessioni, di assoluta chiarezza e di perentoria attualità, si sono espresse sul significato più autentico del Natale nel corso del tempo.

Basti pensare a grandi figure come i Padri della Chiesa del calibro di S.Ignazio di Loyola che scrive a proposito del Natale di Cristo appassionate omelie alle comunità cristiane dell’Asia Minore. S.Agostino vescovo di Ippona affermava che

Il Natale è la venuta di Dio nella carne; Dio che non è venuto nella nostra carne mortale per costruire una parentesi buonista, ma per costruire in sé l’uomo nuovo e il mondo nuovo.

San Luca, nel suo vangelo, è l’unico tra gli evangelisti che scrive a proposito dell’annuncio, della nascita e degli episodi relativi all’infanzia del Cristo. Lo fa ponendo una grande attenzione e tenerezza su questi fatti, facendo così conoscere racconti legati alla sua fanciullezza.

Anche durante la storia ecclesiale, alcuni pontefici, hanno formulato analisi e citazioni attente sul mistero del Natale, prediche ed encicliche che sono arrivate a noi come preziose catechesi di fede:

Durante il pontificato di San Giovanni Paolo II, ciparla della bontà di Dio che ha voluto comunicare all’uomo la verità che salva per renderlo partecipe della sua amicizia e della sua stessa vita.

L’attuale papa Francesco usa invece la parola incontro per richiamare la Chiesa al mistero di Cristo, ricordando che l’uomo deve fare memoria del Natale con il cuore e con una vita vissuta in grazia. Possiamo quindi augurare che questa festa possa recuperare quella originaria semplicità nel cuore di ogni uomo, al fine di vivere la propria fede nella pienezza del mistero cristiano.

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A proposito dell'autore

Sono Alessia, ho compiuto i miei studi alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale presso la sede di Arezzo. Insegno Religione nelle scuole secondarie. Cerco di approfondire la comprensione di alcune tematiche legate all’ambito biblico- teologico.

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